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Quand'ero piccola (2 anni o giù di lì) avevo un vecchio Ciccio bello

Quand'ero piccola (2 anni o giù di lì) avevo un vecchio Ciccio bello, forse ereditato dalla Rana-dalla-bocca-larga (mia sorella). Questo povero Ciccio bello non era più tanto bello.... Gli avevo cavato gli occhi, sicché uno guardava a nord-ovest mentre l'altro guardava a sud-est (per di più di sghiscio, perché aveva una palpebra sempre calata a metà). Lo tiravo per i capelli un po' come ci vogliono far credere che facessero i cavernicoli con le cavernicole... ma io non ci credo. Resta il fatto che, tira tira, molti capelli erano finiti qua e là e quelli rimasti sul capo stavano dritti dritti, in piedi come quelli di un punk. Lo trascinavo via nudo, perché tanto era casto o forse, dovrei dire, asessuato, cioè senza pisellini o patatine in vista. Insomma, un bel giorno mia madre decise che non potevo più andare a zonzo con questo Ciccio bello vecchio-strabico-punk e asessuato, per cui me ne comprò uno nuovo. ... ... ... che ovviamente non cagai nemmeno di striscio.

Oggi trascrivo alcune chicche del libro

Oggi trascrivo alcune chicche del libro: "I Menhir: parole come pietre", scritto da un pazzo apparentemente normale con personalità multipla di nome John Towers. Eccole: - se giochi a calcio, smetti prima che inizino a darti del lei, oppure continua a giocare solo con coetanei. Se, invece, per vincere, devi giocare con gente più anziana è il momento di iniziare a giocare a golf. quando penso a profumi come il pane caldo, l'erba di un campo da calcio appena tagliata, la colla della coccoina, le figurine e gli interni di un'auto nuova, mi chiedo: perché un setter deve avere un olfatto cinquantadue volte più potente del mio? - si sentiva così inutile e disprezzato da guardare con invidia le zanzare. - svendere i propri investimenti azionari in un momento di forte ribasso di borsa, è come buttare il condizionatore solo perché è inverno. - etc. etc. Se cercate un regalino da fare per Natale, capodanno, cena o compleanno, potete ordinare questo simpatico libretto all'autore scrivendo a johntowers@libero.it (giuro che non è mio marito o fratello o cugino!). Oltre al regalino, farete anche una buona azione perché l'autore devolve 1 dei 6 euro del libro in beneficienza. Per dettagli chiedete a lui.

Da bambina giocavo a tennis

Da bambina giocavo a tennis. Tra i tanti bambini che ho conosciuto a quel tempo ricordo Maria Rosaria, una bambina grassa che aveva 2 fratelli grassi: Antonino e Antonio. Antonino era il grande e Antonio il piccolo. La segretaria della scuola tennis si chiamava Pina ed era un po' una seconda mamma per tutti i bambini-tennisti. Una volta entrai nel suo gabbiotto (cioe' la roulotte-ufficio) e lei mi salutò dicendomi "ciao Ciccia". Fu quel punto che sentii la voce della mamma di Maria Rosaria che le diceva "hai sentito, Maria Rosaria? Pina chiama "ciccia" tutte le bambine!"

Questo è un messaggio per Pina, detta anche Kessa

Questo è un messaggio per Pina, detta anche Kessa. Ci sei????? Mi leggi????? Se ci sei, TANTI AUGURIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!

Il mio bambino per fortuna sta bene

Il mio bambino per fortuna sta bene. E' un po' piccolo, ma come dice mia suocera, nemmeno io e Marco siamo dei giganti! Qualcuno mi ha chiesto "più piccolo quanto?" e io ho risposto "una settimana", manco fosse una nuova unità di misura! Dico "bambino" anche se non so se sia maschio o femmina. Il neutro in italiano non c'è, e nell'incertezza devo per forza usare il maschile, anche se mia zia Puma dice "per forza un corno", e vorrebbe che iniziassi a contrastare il maschilismo della lingua italiana chiamandola "bambina" anche nell'incertezza. Anche io sto bene, ma il ginecologo n° 2 (che poi è una ginecologa, ma dato che il n°1 è maschio, anche lei al plurale diventa maschio.... ah, 'sta lingua italiana!) mi ha messo a super riposo, cioè più a riposo di prima. Non posso fare sport, non posso camminare, non posso avere rapporti, non posso stare seduta troppo a lungo (quindi ora devo scrivere in fretta e poi 'correre' - si fa per dire - a sdraiarmi). E' uno strazio...non mi passa più. E pensare che il ginecologo n° 2 era quello un po' permissivo, più elastico, più tranquillizzante. Mi sto reinventando la giornata. Per esempio, ho imparato a lavorare ad uncinetto. Quando l'ho detto alla mia amica Pedra, ieri, mi ha detto "non ci credo nemmeno se ti vedo". Ed invece è vero, Pedra! Accidenti se è vero! Ho fatto una copertina per il pupo (maglia bassa, maglia alta, punto gambero: ehe ehe, che dici, ne' so???). Inizialmente ho fatto un po' di casino, cioè l'ho fatta troppo stretta, poi troppo larga, poi l'ho rifatta stretta ed allora ho comprato altri 2 gomitoli e le ho fatto un bordo, poi ho pensato che il bordo sarebbe stato più carino con un punto diverso e allora l'ho rifatto.... Insomma, è come se avessi fatto 5 copertine, ma in effetti è sempre la stessa... In fondo che fretta ho? Nessuna, il bimbo nascerà a Maggio e la copertina (di lana grossa) la userà l'inverno prossimo... (no, non sono scema! O almeno, non fino a questo punto. Ho comprato la lana grossa perché mi hanno detto che sarebbe stato più facile imparare...chissà se è vero, boh ). Ora "corro" a letto, ciao

Aspetto un bambino e non so come chiamarlo

Aspetto un bambino e non so come chiamarlo. So che c'è tempo e che potrei cambiare idea anche all'ultimo (magari perché lo guardo in faccia e il nome scelto non gli si addice per niente), però vorrei iniziare a metter giù qualche idea.... Mio marito non propone: boccia. Gli riesce molto bene. Qualsiasi mia proposta, magari pensata e ripensata per un'ora, viene inesorabilmente cassata. Ho detto: "Andrea" e lui "per carità come Andrea F., no no". Ho detto: "Luca" e lui: "per carità, come Luca S., no no". Ho detto: "Riccardo" e lui: "per carità, come Riccardo P., no no". Allora ho scelto nomi un po' meno comuni: Ho detto: "Guglielmo" e lui: "ma è orrendo". Ho detto: "Saverio" e lui: "ma è bruttissimo". Ho detto: "Flavio" e lui: "ma è osceno" Allora ho scelto nomi per niente comuni o inesistenti: Ho detto: "Vargo" e mi ha fulminata. Ho detto "Lapo" e mi ha presa per deficiente. Ho detto "Brenno" e mi ha detto "nooooo"! Mi sono arresa. Anche perché magari poi nasce una bambina!!!

io: "Ciao Nonna!"

io: "Ciao Nonna!" lei: "ciao ciccia!" io: "come stai?" lei: "così" io: "che fai?" lei "schifo!" io: "perché?" lei: "e cos'altro vuoi che faccia?" Questo era il classico incipit delle telefonate con l'altra mia nonna, nonna Lina. Il seguito era fatto da suoi tentativi di parlare di politica e da miei tentativi di sviarli ... Mia nonna Lina andò a New York a 80 anni sonati: fu in quella occasione che scoprimmo che soffriva un po' di agorafobia e che non amava scale mobili e tapis roulant! Ve la immaginate al JFK?? Ecco perché non andava mai alla Rinascente! Mia nonna Lina aveva una memoria di ferro: se qualcuno diceva "ricordi quella volta che..." lei interveniva: " io me lo ricordo: era il 4 Agosto del '59, era un martedì e faceva caldo." E se quel qualcuno rispondeva: "puo' darsi..." lei gli raccontava giorno per giorno il 1959! L'unica incertezza della sua mirabile memoria era l'ora esatta della mia nascita... mia mamma dice un'ora, lei ne diceva un'altra. E così io non saprò mai il mio ascendente zodiacale!

Mia nonna Bruna ha vissuto gran parte della sua vita con mia zia Bianca

Mia nonna Bruna ha vissuto gran parte della sua vita con mia zia Bianca: ci misi un po' a capire che l'associazione dei due nomi faceva ridere... Mia nonna Bruna era un personaggio strambo che usava parole strambe. Il suo italiano sapeva di antico e non c'era verso di rinnovarlo. Lei chiamava paracqua l'ombrello, piroscafo la nave, grammofono lo stereo, biro la penna, aereoplano l'aereo, frizzina l'acqua gasata (perché la faceva in casa con le bustine di frizzina) sottana la gonna, babbuccie le pantofole, gallette i biscotti, palto' il cappotto e automobile la macchina. Mia nonna Bruna amava gli animali e, sebbene abbia vissuto sempre in appartamento, non rinuncio' mai a comprare animali: alcuni strambi, ovviamente. Ebbe una scimmia che teneva sulla spalla, delle galline che scorrazzavano sul balcone, dei gatti che vivevano fino a 18 anni e dei cani che trattava come figli.

Quand'ero piccola mio padre mi chiamava Maria Circassa, bella e grassa

Quand'ero piccola mio padre mi chiamava Maria Circassa, bella e grassa. Pare che sentendo la rima mi facessi una bella risata, sembrando davvero grassa (bella no, quello era solo l'amore di papà). Crescendo, mio fratello e mia sorella mi ribatezzarono Gengis Kahn per via delle gengive che mostravo ridendo. Questo soprannome non mi è mai piaciuto e mi offendevo; la mia mamma mi consolava così "Pulce, non t'arrabbiare. Ti stanno solo prendendo in giro!". Chissà perché il nomignolo pulce mi piaceva ... Mah! Al liceo diventai Megalo Man perché in discoteca mi piaceva piroettare i capelli come Megalo! E poi divenni Kiki, Fefè, Cesca, Sisca, France, Francé, Francy, Fiorenza, Fra, Franca (opera dei miei fratelli terribili), Genoveffa (ancora loro!) e non so quanti altri nomi ancora! Chissà se mio marito ha mai saputo di questa mia infanzia/adolescenza traumatica !

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by Dr. Radut